
By stratego
Lo strato di ozono filtra le radiazioni solari dirette sulla Terra. Ogni 16 settembre ricorre la data della sua preservazione. Scopriamo il perché.
La Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono è stata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1994. All’epoca risale la sensibilizzazione ad un problema con cui – si era capito – bisognava fare i conti. Occorre però fare qualche passo indietro (al 1974), quando il chimico e docente universitario Sherwood Rowland, insieme alla sua equipe, fu l’artefice di una clamorosa scoperta…
Strato di ozono, uno squarcio nel cielo.
Uno squarcio nel cielo, collocato tra i 15 e i 40 km d’altitudine. Bisogna immaginarlo così il buco dell’ozono. Ma come si era originata questa enorme ‘falla’ nella stratosfera? Sherwood e colleghi scoprirono che le molecole di clorofluorocarburi (Cfc), prodotte dalle industrie chimiche, impiegano sei anni per arrivare nell’alta atmosfera ed è qui che rimangono (anche 100 anni!) distruggendo le molecole dello strato di ozono.
Buco nello strato di ozono: possibili conseguenze.
Parliamo di uno ‘schermo’ in grado di filtrare gran parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole e possiamo solo immaginare quanto sia necessario, questo, al normale svolgimento della vita sulla Terra! Pensiamo alle conseguenze più dirette dovute al suo impoverimento:
- aumento dei melanomi e delle malattie agli occhi;
- abbassamento delle difese immunitarie negli uomini e negli animali;
- riduzione della fotosintesi con conseguenti gravi danni all’agricoltura;
- alterazione degli ecosistemi acquatici con la riduzione del fitoplancton nel mare.
Una situazione, in previsione, a dir poco allarmante. È per questo che la Comunità Internazionale, il 16 settembre 1987, giunse a concertare il ‘Protocollo di Montreal’.
La tutela del ‘Protocollo di Montreal’.
Il 16 settembre 1987 rappresenta una data spartiacque: è il momento in cui le nazioni mettono al bando i clorofluorocarburi (nonostante le resistenze dell’industria chimica), siglando il Protocollo di Montreal. L’accordo prevedeva un’adesione a due velocità: immediata per i Paesi sviluppati e posticipata per i restanti. Così, nell’87, ne aderirono 90. Oggi sono 197, ovvero tutti i partecipanti all’Assemblea dell’Onu.
Quale lo stato attuale?
Ogni 16 settembre cade questa Giornata internazionale ma quale è attualmente lo stato di salute dello strato di ozono? Le immagini dei satelliti parlano chiaro: 23 milioni di chilometri quadrati (come dire più del continente antartico), una superficie in diminuizione rispetto al 2020. Il trend è incoraggiante tanto che gli esperti si sono spinti più in là predicendo la chiusura del buco entro il prossimo 2050.